Presse-Release-CommDH-EN

Rif. CommDH 035(2016)

Le operazioni antiterrorismo nel sud-est della Turchia hanno causato diffuse violazioni dei diritti umani

http://bit.ly/2hC6TG3 (versione turca: http://bit.ly/2fZKcg8)

Strasburgo, 2 dicembre 2016 - “Sono stati violati i diritti umani di una popolazione civile molto numerosa a seguito del coprifuoco e delle operazioni antiterrorismo condotte nel sud-est della Turchia dall’agosto 2015. Invito, quindi, il Paese a ricorrere al coprifuoco a tale fine, a indagare in modo efficace sulle denunce di violazione dei diritti umani da parte di funzionari pubblici e a stabilire meccanismi completi di ricorso e indennizzo. Senza ciò, le conseguenze di queste violazioni si aggraveranno ulteriormente”, ha dichiarato Nils Muižnieks, Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, in un memorandum reso pubblico oggi. Il memorandum presenta le constatazioni formulate dal Commissario durante le visite compiute in Turchia dal 6 al 14 aprile 2016 (Istanbul, Diyarbakir e Ankara), e in seguito dal 27 al 29 settembre 2016 (Ankara).

Il Commissario si è basato sulle norme internazionali e sulla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo per esaminare attentamente le misure antiterrorismo, in particolare la legalità e la proporzionalità del coprifuoco a tempo indeterminato, 24 ore su 24, in alcuni casi mantenuto per mesi.

“La Turchia, che è confrontata a una minaccia terroristica reale, ha il diritto e il dovere di lottare contro ogni forma di terrorismo. Condanno le azioni del PKK e delle altre organizzazioni terroriste. Il terrorismo è una violazione dei diritti umani, ma anche le misure che la Turchia adotta dall’estate 2015 nel sud-est del paese per rispondere a tale minaccia sono fonte di violazione dei diritti umani, poiché pongono problemi di proporzionalità e legalità”.

Il Commissario evidenzia in particolare che il coprifuoco imposto a partire da agosto 2015 è stato frutto di decisioni amministrative in contrasto con i requisiti di legalità, secondo la Commissione di Venezia del Consiglio d’Europa. Sottolinea inoltre la massiccia distruzione di diverse città e l’enorme sproporzione tra, da una parte, il numero di civili colpiti da queste misure – comprese le persone sfollate per lunghi periodi – e il numero di edifici distrutti e, dall’altra, il numero di terroristi neutralizzati e gli obiettivi alla base del coprifuoco. Inoltre, il comportamento delle forze di sicurezza, ampiamente considerato ultra-nazionalista, in molti casi alimenta “la percezione della popolazione civile che il coprifuoco e le operazioni antiterrorismo siano una ‘punizione collettiva’”.

Il Commissario constata con preoccupazione che le autorità turche non hanno affrontato con la giusta serietà le numerose denunce di violazione dei diritti umani provenienti da fonti attendibili e che non hanno aperto efficaci indagini penali ex officio sui decessi avvenuti durante le operazioni antiterrorismo, nonostante sia loro dovere dimostrare in modo convincente che gli agenti pubblici abbiano preso tutte le precauzioni necessarie per evitare vittime in ogni singolo caso. Il Commissario deplora il fatto che “la priorità sembra essere stata piuttosto quella di rassicurare le forze di sicurezza e proteggerle da azioni penali. I membri delle forze di sicurezza non sono stati oggetto di sanzioni disciplinari per negligenze particolarmente gravi, ad eccezione di qualche sospetto di infrazione nel quadro delle pochissime procedure penali”. Il Commissario ha inoltre espresso grande preoccupazione per i tentativi da parte delle autorità di screditare le attività degli avvocati e delle ONG per i diritti umani che attiravano l’attenzione su denunce di violazione dei diritti umani in zone tagliate fuori dal resto del mondo, in cui non vi sono osservatori indipendenti.

Il Commissario Muižnieks sottolinea che finora le indagini appaiono ampiamente inefficaci poiché non sono state immediate, diligenti o approfondite. “Visto il tempo trascorso da alcune operazioni, il rischio che le prove siano state distrutte a causa dell’utilizzo di macchinari pesanti nelle zone colpite e l’atteggiamento generale dei pubblici ministeri, appare molto improbabile che indagini future possano garantire piena efficacia”. Questa situazione, che comporta ulteriori violazioni dei diritti umani, fa eco alle precedenti constatazioni del Commissario e rivela il problema persistente associato alla mancanza di responsabilità e all’impunità in Turchia, come testimonia un’abbondante giurisprudenza. “L’impunità continua a legittimare e a incoraggiare comportamenti totalmente contrari ai diritti umani e a ostacolare gli sforzi volti a proteggere e a promuovere i diritti umani compiuti nella recente storia della Turchia”.

“Chiedo al governo turco di riconoscere pubblicamente gli errori e le violazioni dei diritti umani commessi e di adottare misure che consentano di riparare il danno morale e materiale subito dalle persone interessate, che sia stato per una mancanza dello Stato turco nel proteggerle dal terrorismo o a causa degli effetti diretti delle operazioni antiterrorismo stesse”, ha dichiarato il Commissario. Ha inoltre aggiunto che il quadro esistente in materia di indennizzi appare inadeguato e ha espresso preoccupazione per i piani di esproprio del governo per i residenti delle aree colpite, che equivarrebbe a una doppia punizione.

Il Commissario ha sottolineato che “riconoscere gli errori e cercare di ripararli non sarebbe un segno di debolezza; al contrario, questo contribuirebbe a migliorare la situazione dei diritti umani e la fiducia della popolazione nei confronti dello Stato, requisito fondamentale per la pace e la stabilità del Paese”.

Memorandum del Commissario sulle conseguenze per i diritti umani delle operazioni antiterrorismo nel sud est della Turchia (in inglese e turco)

Osservazioni delle autorità turche sul memorandum

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