Camera dei poteri locali

16a SESSIONE PLENARIA

CPL(16)1RES
26 gennaio 2009

Le città interculturali

Jens NILSSON, Svezia (L, SOC)

Progetto di Risoluzione
Commissione Cultura e Istruzione

Approvato all’unanimità dalla Commissione Cultura e Istruzione della Camera dei poteri locali il 24 novembre 2008. I nomi dei membri che hanno partecipato al voto sono indicati in corsivo.

Membri della Commissione: I. Demchenko (Presidente), M.Sidukhina (Vice Presidente), A. Botnari, A.Babayev, A. Bryggare, A. Cook, R. Della Bianca, , K. Dombrowicz, V. Gebel, D. Ghisletta, V. Eble, J. Heddegard, R. Hughes, M. Ioniti, A. Juhas, T. Kedziora, JP. Klein, P.Koits, A. Koopmanschap, M.S. Luca, S. Medvedev (sostituto: N.Pilyus), A. Nemcikova (sostituto: I.Babicova), J. Nilsson, H. Richtermocova, P. Russo, W. Schuster, G. Spartanski, L. Szabo, C. Tovar Rodriguez, K. Virvidakis, A. Unal Erzen, E. Van Vaerenbergh.

Segretariato della Commissione: A.Bartling e T. Lisney.

R: Camera delle Regioni / L: Camera dei poteri locali
GILD: Gruppo indipendente e Liberaldemocratico del Congresso
PPE/CD: Gruppo Partito Popolare Europeo –Cristiandemocratici del Congresso
SOC: Gruppo socialista del Congresso
NI: Membro non appartenente ad alcun partito politico del Congresso  


1. La città interculturale elabora le proprie politiche in campo educativo, sociale, abitativo, culturale, occupazionale e nei settori connessi e pianifica i propri spazi pubblici in modo da permettere a persone di diverse origini culturali di mescolarsi, scambiare opinioni e interagire, favorendo la mutua comprensione, in vista di un reciproco vantaggio.

2. Le città interculturali hanno assunto il fermo impegno di sviluppare, promuovere e proteggere le identità culturali esistenti al loro interno. La forza e il dinamismo di tali identità sono essenziali per lo sviluppo e la vitalità delle città.

3. L’aumento dei fenomeni migratori e della mobilità sociale e il rapido sviluppo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione hanno contribuito ad accelerare i cambiamenti, creando nuove identità culturali; le città e le autorità locali, dal canto loro, dispongono di mezzi più importanti per influenzare e stimolare la formazione e lo sviluppo dell’identità. La crescita economica e le possibilità di integrazione grazie ai nuovi media offrono nuovi strumenti e nuove possibilità agli enti locali, dal momento che i cittadini possono più facilmente partecipare a reti locali e interagire all’interno delle città e delle collettività locali.

4. Per promuovere l’identità, il senso di appartenenza a una comunità e a un luogo, occorre trovare un giusto equilibrio tra l’inclusione e l’esclusione. Le autorità municipali devono sforzarsi di mantenersi sufficientemente aperte. Devono riconoscere la presenza di vari gruppi e comunità culturali sul loro territorio e porre in risalto il contributo che possono fornire all’identità della città, compresi quelli percepiti come nuovi arrivati e residenti temporanei.

5. Le identità culturali hanno tendenza a definirsi le une rispetto alle altre e spesso, per ragioni storiche, non provano automaticamente un’attrazione reciproca. Il Consiglio d’Europa deve elaborare degli strumenti che consentano di garantire la compatibilità e le interazioni positive tra le diverse identità culturali regionali, comprendenti attività di sensibilizzazione, quali l’Anno europeo del dialogo interculturale, e iniziative di promozione delle identità, per acquisire e migliorare la capacità di comunicazione interculturale.

6. Alla luce di quanto precede, il Congresso,

a.ricordando il Libro Bianco del Consiglio d’Europa sul dialogo interculturale (adottato alla sessione di maggio 2008 del Comitato dei Ministri);

b.convinto dell’importanza di una politica di integrazione basata sullo sviluppo della percezione della diversità, intesa come risorsa da parte della collettività, per il benessere dei suoi cittadini e per la coesione sociale e lo sviluppo economico della città;

c.convinto della necessità di sviluppare identità multiculturali che includano tutti i gruppi sociali, etnici e culturali;

d.persuaso che uno dei principali punti di forza delle città e delle collettività locali consiste nella diversità e nel patrimonio culturale delle loro popolazioni;

7. Invita le autorità locali a:

a. esprimere esplicitamente il loro impegno comune a favore di un approccio politico interculturale, evitando la tentazione delle considerazioni settarie e populistiche che veicolano stereotipi, pregiudizi e timori di natura culturale e religiosa;

b.accertarsi che le loro politiche interculturali siano dettate da uno sforzo permanente volto a smontare gli stereotipi e a fugare le paure infondate veicolate dall’opinione pubblica e da certi media sugli immigrati, sulle loro pratiche religiose e sul loro comportamento sociale;

c.stimolare lo sviluppo di identità culturali multiple, prendendo in considerazione la necessità di sviluppare una comprensione pluralistica dell’identità di ogni individuo e valorizzare nel senso più vasto il pluralismo del “noi” che comprende non solo la cultura e le tradizioni della comunità di accoglienza o dei membri della maggioranza, ma anche quelle delle persone che hanno lingue, religioni e culture diverse o che sono entrate da poco a fare parte della comunità;

d.riconoscere pubblicamente il contributo culturale rilevante che gli immigrati arrivati di recente possono fornire allo sviluppo culturale ed economico della città, e accordare tutta l’attenzione necessaria ai principi del dialogo interculturale;

e.sostenere attivamente le associazioni di immigrati, le organizzazioni socio-economiche, le ONG e gli altri organi consultivi che contribuiscono a favorire la creatività e l’interazione culturale della città, facilitando l’accesso alle infrastrutture e ai servizi e alle formazioni;

f. prendere l’iniziativa di sviluppare il dialogo con le associazioni di immigrati, le organizzazioni socio-economiche, le ONG e gli altri organi consultivi, allo scopo di contribuire congiuntamente alla creatività e all’interazione culturale della città e, se del caso, sostenere le attività di formazione;

g.accertarsi che i mediatori locali abbiano una formazione sufficiente, in considerazione della complessità del processo di formazione sull’identità, affinché evitino di cadere nella trappola dell’esclusione e dell’alienazione e aiutino a risolvere i conflitti e a costruire rapporti di fiducia tra le varie comunità culturali;

h. sforzarsi di instaurare legami culturali tra diaspore e paesi di origine, grazie ad attività culturali comuni e a scambi nel settore culturale;

i. istituire dei programmi di formazione alla sensibilizzazione interculturale per i politici e i responsabili dell’attuazione delle politiche e delle relazioni con il pubblico presso le amministrazioni.