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Rif. DC 059(2017)
03.05.2017

Lotta contro il traffico illecito e la distruzione di beni culturali: il Consiglio d’Europa adotta una nuova convenzione

Il Consiglio d’Europa ha adottato oggi una nuova convenzione di diritto penale volta a prevenire e combattere il traffico illecito e la distruzione di beni culturali, nel quadro dell’azione dell’Organizzazione per la lotta contro il terrorismo e la criminalità organizzata.

La Convenzione del Consiglio d’Europa sulle infrazioni riguardanti i beni culturali, che sarà aperta alla firma di tutti i paesi del mondo, è volta inoltre a promuovere la cooperazione internazionale nella lotta contro tali reati, che distruggono il patrimonio mondiale (consultare anche il rapporto esplicativo).

Il trattato sarà aperto alla firma il 19 maggio a Nicosia (Cipro), durante la 127esima sessione del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, che riunirà i Ministri degli Affari esteri dei 47 Stati membri dell’Organizzazione.

Il Segretario generale Thorbjørn Jagland ha dichiarato: “Non possiamo continuare a osservare, senza agire, la distruzione di siti storici e il traffico illecito di beni culturali preziosi da parte dei terroristi. La nuova convenzione segna una tappa importante nella nostra azione contro la criminalità organizzata transnazionale e i gruppi terroristici, per i quali il commercio di beni appartenenti al patrimonio culturale rappresenta una fonte di reddito. Chiedo agli Stati di firmare e ratificare la convenzione non appena possibile”.

La Convenzione sarà l’unico trattato internazionale dedicato specificamente all’incriminazione del traffico illecito di beni culturali. Stabilisce diverse infrazioni penali, tra cui il furto, gli scavi illegali, l’importazione e l’esportazione illegali, nonché l’acquisizione e la commercializzazione dei beni così ottenuti. Riconosce inoltre come reato la falsificazione di documenti e la distruzione o il danneggiamento intenzionale dei beni culturali.

Il trattato considera come circostanza aggravante il fatto che le infrazioni siano commesse da professionisti che abusano della fiducia a loro concessa o da funzionari responsabili della conservazione dei beni culturali. Viene considerato come circostanza aggravante anche il fatto che l’infrazione sia stata commessa nel quadro di un’organizzazione criminale o di una recidiva.

La nuova convenzione prevede misure di prevenzione come la creazione di inventari nazionali dei beni culturali, accessibili al pubblico, e l’obbligo, per i commercianti di arte e antichità, le case d’aste e altri soggetti coinvolti nel commercio dei beni culturali, di creare dei registri dove riportare le transazioni.

Al fine di assicurare l’effettiva attuazione, il trattato prevede un meccanismo di monitoraggio composto di rappresentanti degli Stati parti.

Contatto: Jaime Rodriguez, Portavoce/Addetto stampa, Tel. +33 3 90 21 47 04